“Il discorso pittorico di Ugo Mainetti si svolge nell’ambito di un realismo lirico, il cui linguaggio è solo parzialmente radicato nella grande tradizione dell’arte figurativa, perché il vigore creativo lo rinnova o lo reinventa continuamente. Le sue immagini, pur essendo ancorate alla realtà, pur avendo una forte evidenza realistica e plastica, scaturiscono sempre dalla sfera dell’immaginazione poetica. E ciò perché egli costruisce l’intero suo messaggio dall’interno, facendo in modo che persino la luce diventa elemento sostanziale della materia cromatica. La carica emotiva, con cui egli dà vita artistica al suo mondo pittorico, è così viva ed urgente da travolgere le strutture inerti della esteriorità e della materialità delle cose liricamente evocate dalla sua fantasia. Egli ha come ben pochi pittori la capacità di conferire vigore estetico a tutto ciò che entra nella sfera della propria percezione visiva e di creare accordi metrici e spaziali secondo leggi sintattiche che rifiutano gli anarchismi linguistici e le concitazioni veementi e incontrollate. In tutte le opere di Ugo Mainetti l’impianto prospettico rivela il senso di una geniale e armonica articolazione dello spazio, il quale, per lui, non è che un’entità astratta, non è un semplice vuoto in cui vanno a collocarsi le cose, ma è l’elemento vivo e primario che coordina e partecipa attivamente alla vita artistica e a i magici rapporti di tutti gli enti iconici e di tutte le strutture linguistiche che costituiscono il suo universo poetico”.