Ecco ancora una importante occasione per ritornare ad occuparci di questo straordinario e singolare artista “puro valtellinese” nato a Tartano e residente a Tirano (So). Non ancora spente”le luci del grande successo” ottenuto nella recente mostra personale allestita nella Sala delle Volte del Palazzo Comunale di Spello (Pg), ora è già pronto per “volare” a Parigi. Non è difficile pronosticare che anche nella capitale francese porterà in alto la sua firma perché lo sorregge una eccezionale carica umana e poetica recepibile anche dai più esigenti “palati artistici”. Ugo Mainetti valica i nostri confini confortato già da un sostanziale bagaglio di consensi critici e, io, ultimo in ordine di tempo ad interessarmi di lui, non posso che confermare tutti gli apprezzamenti che gli sono stati attribuiti. L’incontro che ho avuto con lui pochi giorni fa è stato tra i più felici del mio cammino di “operatore artistico”. Ho conversato a lungo “per capire meglio il suo mondo” ed avere una più ampia visione della sua personalità e, dalle domande e dalle risposte, ho intuito di trovarmi di fronte ad un autentico Artista che, come auspicava Kandinsky, “il destino ha concesso di non distogliere l’orecchio interiore dalla bocca dell’anima”. Poi ho effettuato una attenta e profonda lettura dei suoi quadri e mi sono subito trovato coinvolto e affascinato. “La dea del veleno”, “La morte del povero onesto”, “Le quattro stagioni”, “La malformazione del mondo”, per citare alcuni titoli delle sue opere, mi hanno particolarmente colpito e affascinato. Ne ho tratto la convinzione che la pittura di Ugo Mainetti scaturisce affettivamente dal “suo interno” e si esprime magistralmente nella tela in un susseguirsi caleidoscopico che offre inesauribili sorprese. Direi che è davvero “unico” nel sapere trasfigurare le sue “visioni sognate” e maestro a restituirci le sue stesse emozioni. “Attraverso l’affinità delle pulsazioni capivo anche gli esseri inferiori. Sapevo con esattezza: questo gatto ha dormito male, quel cardellino ha dei pensieri volgari. I loro riflessi in me regolavano ora tutto ciò che facevo. Il rumore del mondo di prima aveva frustato e sensibilizzato i miei nervi sino a renderli maturi per le esperienze del mondo del Sogno”. Ho citato a proposito questo frammento dal romanzo “L’altra parte” di Alfred Kubin (Ed:Adelphi, Milano) per sottolineare che il pittore Ugo Mainetti è altrettanto eccellente “cronista” dei suoi sogni. Può capitare di essere anche “sconvolti” da qualche sua opera e di non trovarla troppo gradevole all’occhio. E allora è bene ricordare che, sovente, in arte, la piacevolezza visiva non determina e nemmeno va confusa con l’intensità espressiva. Questo simpatico ed estroso personaggio, schietto e sincero come è tradizione e vanto della gente della nostra terra, è entrato con pieno diritto nel mondo dell’Arte e a passo sicuro prosegue la sua strada. Le porte prestigiose dei grandi musei e le collezioni dei veri amatori d’arte dovrebbero aprirsi anche per lui per una degna collocazione delle sue opere.
Gianni Comuni
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